Rifiuto del vaccino e ferie forzate per gli operatori sanitari in attesa del decreto legge
Tribunale Belluno 19 marzo 2021
Carlo Pisani
Professore ordinario di diritto del lavoro
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Guida al Lavoro Numero 16 – 9 aprile 2021
Il Tribunale di Belluno si pronuncia per la legittimità delle ferie disposte dal datore di lavoro nei confronti degli operatori sociosanitari di due case di riposo che avevano rifiutato il vaccino Pfizer affermando che ormai è fatto notorio l’efficacia del vaccino per ridurre il rischio di contagio nei luoghi di lavoro. L’auspicabile disciplina del prossimo decreto legge
In attesa di un, a quanto pare prossimo, intervento legislativo che imponga l’obbligo, o quantomeno l’onere, di vaccinarsi per gli operatori sanitari, si comincia a fare strada anche tra i giudici l’idea, di buon senso, prima ancora che di stretto diritto, che il personale sanitario delle strutture sanitarie o socioassistenziali che rifiuti il vaccino, possa, o debba, essere allontanato dal servizio.
Ormai non passa giorno che le cronache non diano notizie di focolai Covid in ospedali o case di riposo causati dal personale ivi addetto che aveva rifiutato il vaccino: tra gli ultimi, il caso dell’ospedale di Lavagna, con otto degenti e un infermiere positivo a causa della mancata vaccinazione di alcuni sanitari e quello della casa di riposo di Fiano Romano, in cui ventisei operatori sanitari non si sono voluti vaccinare, con il risultato che ventisette anziani, che non avevano avuto alcun contatto con l’esterno, si sono contagiati. Significativa la foto apparsa sul Corriere della Sera che ritraeva una lunga fila di ambulanze bloccate davanti al pronto soccorso di un ospedale, accanto all’articolo che dava la notizia del caso deciso dal Tribunale di Belluno, in cui dieci operatori sanitari di due case di riposo, non contenti di aver rifiutato il vaccino Pfizer a loro offerto (che avrebbe fatto molto comodo preventivamente agli ammalati di Covid in quelle ambulanze in attesa davanti al pronto soccorso), hanno pensato bene di fa ricorso al giudice del lavoro, addirittura d’urgenza ex articolo 700 c.p.c., per contestare il provvedimento della loro collocazione in ferie unilateralmente disposto dal datore di lavoro, con una azione giudiziaria che si configura ai limiti della temerarietà, restando inspiegabile come il giudice, dopo aver ovviamente rigettato il ricorso, non li abbia condannati alle spese di causa.
Il problema in diritto non è tanto se debbano possano essere allontanati di operatori sanitari che non si vaccinano, ma piuttosto risiede nell’individuazione delle modalità con le quali il datore possa/debba disporre questo allontanamento. Su tale punto è sorto un vivace dibattito in dottrina, considerata l’incertezza dovuta alla mancanza appunto di una specifica disposizione di legge.